Riflessioni sul percorso artistico di Piet Mondrian

La proposta artistica di Mondrian non ha mai auto vita facile, soprattutto rispetto ai suoi contemporanei quando dal 1917 iniziò a proporre un’arte non oggettuale. Il panorama artistico di allora era fortemente influenzato dalla nascita di nuove idee, dalla potenza dei movimenti che stavano nascendo nel panorama dell’Arte. Cubismo, futurismo, surrealismo, per non considerare il patrimonio ereditato ai primi del ‘900 derivanti dall’impressionismo e dal pointillisme. Fattore comune a tutti questi movimenti è l’assunzione della rappresentazione dell’oggetto da più punti di vista. Nessun movimento, per quanto complesso fosse l’elaborazione, aveva rinunciato alla rappresentazione di un oggetto/soggetto nello spazio della tela. Anche nelle più spinte formulazioni artistiche, come in Kandinsky e Picasso ad esempio, il soggetto era padrone della scena. Nel mito del ‘cavaliere azzurro’ vi è una trasformazione della figura rappresentata, una allusione, non una sua scomparsa come oggetto/soggetto dall’opera. Per Picasso, all’apice della sua ricerca teorica nel cubismo, non vi è mai un abbandono dell’oggetto nell’opera d’arte, ma piuttosto una sua trasformazione da diversi punti di vista nello spazio della tela.

Mondrian, nel suo breve soggiorno parigino nel 1911-12, venne a contatto con l’arte cubista e fu dirimente per lo sviluppo della sua arte successivamente. Prima di quella esperienza, Mondrian stava già abbandonando l’idea che l’arte dovesse rappresentare fedelmente la realtà così come è. Il percorso artistico di Mondrian era partito sotto l’influenza della Scuola olandese dell’Aja dell’800 con opere figurative avendo come soggetto la descrizione di paesaggi brulli della campagna olandesi

Nei suoi lavori prima del 1917, Mondrian era attratto dalla Natura, dai paesaggi. Vi sono pochi lavori aventi come soggetto l’uomo. Il più significativo è il trittico Evolutie (1911) dove viene rappresentato simbolicamente il risveglio INTERIORE dell’umanità tramite questa donna etera, ideale e irreale. Nella prima parte del suo percorso artistico, Mondrian è interessato più alla Natura che a rappresentazione degli stati d’animo ‘INTERIORI’ dell’uomo o romantici dell’arte. Questa fase è caratterizzata da due grandi soggetti spesso presenti nelle sue opere: gli alberi ed i fiori.

Negli alberi egli trovava interesse per l’intreccio di linee orizzontali del terreno con quelli verticali del tronco. L’albero fungeva da collegamento simbolico tra la terra e il cielo.

sinistra: Mondrian-Berkenbosque (piccolo bosco di betulle). 1901-1902; destra: Elaborazione dell’autore

Analizzando le linee all’interno dell’immagine delle opere paesaggistiche, ci si può accorgere del percorso che ha interessato Mondrian del soggetto ‘albero’. Il colore, la fedeltà cromatica alla Natura, è importante, ma non è la fonte di primario interesse in questa fase. E’ il soggetto ‘linea’ che attira la sua attenzione.

I fiori sono un altro grande tema/soggetto affrontato da Mondrian. Da notare che le opere sui fiori (i crisantemi, le calle, i girasoli) del 1908 vengono cronologicamente dopo le opere paesaggistiche con alberi. Nei fiori Mondrian affronta due grandi questioni. La prima riguarda l’abbandono del ‘contesto’ romantico della Natura come fonte di interesse come soggetto artistico. Nei quadri rappresentanti i fiori viene eliminato il paesaggio, ossia quell’aspetto romantico dell’arte al quale Mondrian non era legato, vedendolo come un atto di disturbo rispetto alla ricerca della verità (Mondrian non voleva sollecitare gli stati d’ animo ‘interiori’ delle persone tramite l’arte).

Del soggetto artistico ‘albero’, era necessario studiare l’aspetto geometrico più rilevante, il reticolo. E su questo punto avviene la saldatura tra i due soggetti, gli alberi e i fiori. I fiori (crisantemi e girasole) soggetti complessi e difficili da rappresentare in pittura, pieni di linee curve intrecciate tra loro, appaiono come il soggetto ideale per lo sviluppo delle idee sui reticoli. Il soggetto floreale poteva apparire ‘banale come soggetto/pensiero’ per un’opera d’arte e al più poteva riportare in mente le sensazioni di ‘odori in Natura’ o delle associazioni con particolari stati d’animo.

Con il soggetto floreale, Mondrian ha cominciato a rompere con la tradizione romantica nell’arte che voleva suscitare ‘commozione nello spettatore’, continuando a rafforzare la ricerca sulle ‘linee’ iniziata con gli alberi e, cosa più rilevante, cominciando a rompere con tutta l’arte contemporanea che invece poneva l’UOMO al centro dell’indagine artistica.

Il soggetto floreale ha costituito un eccezionale spunto di interesse artistico per investigare la ‘linea’ senza nessuna interferenza con i ‘sentimenti’ dell’uomo.

Mondrian è stato il primo artista che ha usato la Natura non per evocare commozione, ma per investigarne la bellezza intrinseca geomtrica.

Di pari passo con il soggetto floreale, quello dell’albero ha proseguito la sua indagine, venendo contaminato sempre più da questo processo di ‘epurazione dei sentimenti dall’Arte’.

Nel 1910 dipinge Avond (sera): l’albero rosso, dove il segno della linea viene depurato dalle linee inessenziali e al contempo si alterano i colori naturali, che non sono più nemmeno quelli immaginari dell’impressionismo, ma diventano dei ‘colori sintetici’ vicini a quelli primari: la palette dei colori si riduce e comincia a lavorare con i colori contrapposti nel cerchio della teoria dei colori.

Si possono considerare gli anni dal 1913 al 1917 come anni di transizione verso quell’arte che sarà a sua cifra finale dell’opera di Mondrian.

Ci sono opere di transizione che riguardano lo studio e la rilevanza del reticolo e la decomposizione dello spazio in quadrati e lo sviluppo della tematica dell’orizzontale e verticale.

Nel 1917 arriva una svolta decisa nell’arte di Mondrian: si abbandona ogni riferimento romantico nei quadri e le opere successive saranno prevalentemente costituite da due soli elementi. Il primo elemento, il reticolo, sarà l’eredità degli studi sulla linea derivante dalle opere sugli alberi.

Mondrian. Composizione con griglia 9_scacchiera con colori chiari. 1919

Il secondo elemento, le campiture di colore uniformi, saranno l’elemento centrale per la poetica neoplastica che sarà sviluppata da Mondrian per la restante parte della sua vita. In realtà, la decisa accelerazione verso la poetica neoplastica è stata anche dovuta agli incontri con le opere di Bart van der Lack e la sua partecipazione alla rivista Der Stijl diretta da Theo Va Doesberg .

Nel percorso artistico dal 1917 in poi, Mondrian abbandona decisamente ogni riferimento al soggetto/oggetto nell’opera d’arte proponendo una riflessione sul concetto di ‘UNIVERSALE’: il quadro/l’Arte deve riflettere e far riflettere sull’universale che è nell’uomo.

Nelle opere non dovevano comparire o trasparire le sensazioni dell’artista, né tantomeno dovevano essere evocate le emozioni dello spettatore.

Mondrian venne attaccato duramente dalla critica contemporanea la cui argomentazione più forte era che egli proponeva un’arte priva di contenuti e, soprattutto, un’arte ‘decorativa’.

Mondrian non voleva colpire il pubblico con una bellezza decorativa fine a se stessa. Per lui non rivestiva nessun interesse l’esibizione della maestria della mera raffigurazione dei suggestivi paesaggi delle campagne olandesi, men che meno mostrare gli stati emotivi interni dell’uomo-artista.

Il punto più rilevante per Mondrian, del suo pensiero e delle sue opere mature, era la riflessione sui valori universali, sulla esistenza di una verità assoluta. Questa verità assoluta non poteva dipendere dall’artista che di volta in volta esibiva la sua arte (in questa chiave di lettura deve essere interpretata la visione contro il romanticismo nell’arte di Mondrian). Per Mondrian, la sintesi della decomposizione del mondo in elementi primi avviene tramite la GEOMETRIA Euclidea, passaggio tra l’uomo-artista e l’universale, i numeri.

La matematica Euclidea era il MEZZO tramite il quale Mondrian percepiva l’azione dell’universale nell’uomo. Su questo aspetto, occorre sottolineare che Mondrian vedeva la geometria Euclidea come uno strumento per rilevare l’universale che è nell’uomo.

La reale rivoluzione introdotta da Mondrian nell’arte è stata che l’artista doveva farsi da parte e recitare il ruolo di ‘antenna sensibile’ della ‘verità’, ossia si quello che rimane costante nell’incessante scorrere caotico degli eventi’