Opere

“La scienza affronta il tema della verità in natura utilizzando il linguaggio matematico. Esiste un legame univoco tra formalismo matematico e significato. Esiste una stretta connessione tra matematica e forme naturali, e scopo dell’arte è di mostrare questa verità, la potenza della verità.”

Geometria Euclidea

La matematica è il linguaggio universale con il quale la Fisica si esprime, ossia è quel linguaggio che tutti possono comprendere e applicare per capire, prevedere e descrivere la Natura durante la sua evoluzione.

Nell’Arte Mondrian ha usato la matematica come linguaggio per esprimere l’Universale che risiede nell’Uomo, nelle profondità della coscienza umana.

I lavori artistici per Mondrian erano costituiti da elementi chiari, disposti in modo sempre diverso, sullo spazio delle campiture della tele. Reticoli, colori primari e forme rettangolari erano la base per mostrare l’Universale nell’Arte per Mondrian.

Lo spunto di questa ricerca artistica furono i paesaggi, i mulini a vento e soprattutto gli alberi, le facciate delle chiese gotiche e gli specchi d’acqua. Dallo studio di questi soggetti nacque la necessità di ‘sintesi’ per Mondrian, ossia di astrarre gli elementi più rappresentativi delle figure rappresentate. Nasce così la passione per i reticoli, per i concetti di orizzontale e verticale e per il colore svincolato da ogni forma ad un richiamo sentimentale.

Lo spunto per la mia ricerca artistica  sulle geometrie Euclidee nell’Arte ha origine sicuramente negli studi di Fisica, dove gli spazi multidimensionali, i linguaggi tramite formule di concetti matematici e la netta propensione ad una astrazione teorica dei fenomeni naturali ha fornito una base solida sulla quale basare la mia Arte iniziale.

Accanto a questi spunti legati alla mia attività, lo studio dei movimenti artistici dell’Arte moderna e la nascita di nuove necessità nell’Arte contemporanea mi hanno fornito l’altra frontiera per gli studi artistici.

Kandinsky prima, Mondrian, Malevic, Rothko, Hartung successivamente, sono stati gli artisti che hanno maggiormente plasmato il mio gusto per l’Arte non-oggettuale.

In aggiunta a questi studi, si deve sottolineare la rilevanza delle mie ricerche effettuate sulla teoria della percezione visiva e sul colore, dove venivano appresi i concetti basilari per una corretta disposizione dei colori nello spazio della tela.

La combinazione di tutte queste competenze, e il desiderio di raccogliere l’eredità di Mondrian per un’Arte Universale, sono state le base di questa mia fase Euclidea.

Ogni opera, è stata studiata nel dettaglio mediante appunti, anche usando formule matematiche, dove venivano stabiliti i colori da usare, la dislocazione sullo spazio della tela, la scelta delle dimensioni e il migliore medium da usare.

Da notare, che le opere di questo periodo sono state eseguite principalmente con i colori ad olio, che era l’unico medium che permettesse un controllo assoluto sia della deposizione del colore che la scelta della tonalità.

La concezione caotica nell’Arte

Dopo la fase euclidea, di impronta mondrianea, sono subentrate in me due rilevanti nuovi spunti per iniziare un nuovo ciclo.

Il primo spunto è derivato dall’utilizzo dello smalto come nuovo mezzo artistico, contrapposto all’uso dell’olio.

Uno volatile sulla tela, mai fermo, reattivo chimicamente (il primo), l’altro materiale nobile per eccellenza, fermo nel proprio punto di deposizione, mai reattivo (il secondo).

L’altro spunto fu la scoperta della possibilità di far entrare la Fisica nell’Arte per esprimere quel concetto di Universale, scoperta che avvenne casualmente da una macchia in una opera nel tentativo di fare un quadro gestuale, alla Pollock per intenderci.

L’uso dello smalto come medium e il soggetto della Fisica in atto nell’Arte, sono state la genesi dell’Arte Caotica.

Lo smalto, al contrario dell’olio, reagiva e non stava mai fermo, si muoveva ed era un pessimo medium una arte figurativa. Ma per un’Arte che doveva assorbire le ‘forze della Natura’, la gravità, le reazioni chimiche, le forze di attrito molecolare della vernice industriale erano proprio gli elementi fondamentali per lo sviluppo di una nuova Arte, l’arte caotica.

Ma ciò non poteva bastare per attivare le forze molecolari nello smalto.

Sono state effettuati veri e propri “Appunti di Arte” usando lo smalto come elemento da studiare, lo smalto al posto di una penna e la tela al posto della carta.

Da questi studi, iniziati nel periodo euclideo e durati diversi anni, sono derivate le nozioni per un completo controllo dello smalto come medium ideale per assorbire la Fisica legata al movimento ed alla interazione delle molecole di colore.

Come ulteriore passo verso l’Arte caotica, ho studiato una stesura del colore che doveva ‘far scompare la traccia dell’umano per fa emergere quella della Natura’.

Questo passo, fondamentale, ha comportato l’uso di una strumentazione non convenzionale per l’arte, che aveva il compito di lasciare delle tracce sulla tela, ma che erano momentanee, scomparivano con il tempo.

L’arte caotica è caratterizzata per la formazione di strutture molto complesse che sono state determinate, dopo un sapiente somministrazione del colore, solo dopo un lungo periodo di isolamento del quadro dal mondo esterno, isolamento che poteva durare anche settimane (dipendente dalle condizioni micro-climatiche dello studio).

Queste opere caotiche hanno richiesto una precisione, un controllo ed una pianificazione millimetrica dello spazio della tela, proprio per la motivazione che lo smalto assorbe le forze della Natura e che il soggetto-quadro doveva essere pianificato nei minimi particolari.

Gli effetti che si possono vedere in queste opere è la Fisica della biologia in atto, dove la complessità e le dimensioni frattali di alcuni particolari sono state tutte create realmente dalla azione della Natura.

La fisica non-lineare delle Esplosioni

Sviluppato in maniera approfondita il tema de Caos, verso il 2010 nasce una nuova esigenza ed una nuova sfida: come sviluppare nell’Arte la Fisica non-lineare.

Era una tema affascinante e poneva nuove problematiche per nulla semplici da risolvere. Innanzitutto, che tipo di Fisica non-lineare si doveva scegliere. Esistevano diverse tipologie di fenomeni non-lineari nella Fisica e tra tutti questi sono state scelte le esplosioni.

Le esplosioni, fenomeni totalmente opposti per la Fisica in atto delle opere caotiche, dovevano essere reali e agire sullo smalto delle vernice e, in alcune circostanze, su liquidi meno densi e viscosi.

Subito si sono posti due ordini di problemi: come creare l’impulso delle esplosioni e come esso agisce su un materiale semi-viscoso come lo smalto.

Anche per questo tema artistico, sono state effettuati degli ‘appunti di Arte’, nei quali sono state vagliate le prime esplosioni con dei detonatori usando lo smalto e fogli di carta come supporto della Fisica. Questi studi mi hanno permesso di mettere a punto 4 tipi differenti di detonatori, per i quali, con il tempo, si sono capite le specificità di ognuno nel rilascio impulsato della energia e, di conseguenza, delle possibili forme di Arte.

Con la produzione di opere sulle Esplosioni, sono iniziati anche gli studi sulla composizione della carica esplosiva, un particolare fondamentale per capire la dinamica delle esplosioni e le diverse forme artistiche che queste opere potevano assumere.

Partendo da schemi semplici per le cariche esplosive (che richiamavano la stratificazione geologica della materia), ho aggiunto nel tempo degli schemi più complessi (definiti a ‘doppio ferro di cavallo incrociati’) dove le densità del materiale, la viscosità e l’energia dei detonatori concorrono tutte per la formazione di esplosioni nell’Arte.

Ogni opera è unica irripetibile e, in ogni opera, si possono riconoscere tutte le leggi della Fisica di conservazione della quantità di moto ed energia.

Le esplosioni sono eseguite in un unico atto singolo, uno shot, che permette il trasporto del materiale sulla tela posta in orizzontale (in modo da annullare l’effetto discriminante delle forze di gravità sullo smalto) e realizzare una opera in parallelo, dove ogni molecola di vernice è collegata con tutte le restanti nello stesso spazio della tela.

La fisica non-lineare in atto è il soggetto che viene rappresentato.
La formazione di “oggetti-non oggetti”, quali stringhe, gocce ellittiche, sferiche, campi longitudinali e trasversali di massa sono creati dalla interazione della Fisica delle Esplosioni con la composizione della carica usata nell’atto esplosivo.

Pensare universale

Barberino Tavarnelle • Firenze
Dal 23 giugno al 1° Dicembre 2024

Un’esposizione in due atti per esplorare il rapporto tra Arte e Scienza e dimostrare la replicabilità e l’unicità della Natura.