Hans Hartung: la genialità del segno nell’arte.
Armando Pelliccioni
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Marco Pierini, direttore della Galleria nazionale dell’Umbria, e la Fondation Hartung-Bergman di Antibes propongono la mostra dedicata ad Hans Hartung a Perugia presso la Galleria Nazionale dell’Umbria dal titolo “Hans Hartung: polittici”. Occorre subito precisare che la mostra è straordinaria sia per le opere presentate che per l’allestimento curato fin nei minimi dettagli. Le opere esposte rappresentano dei polittici che coprono un periodo dal 1961 al 1988.
- Il messaggio di Hartung e il rapporto con i polittici.
Per interpretare Hartung occorre capire cosa significa la scrittura, il gesto dello scrivere. La scrittura ha bisogno fondamentalmente di due entità: uno sfondo ed un segno deciso. Per Hartung il segno è per lo più nero, marcato e ben deciso. Nel tempo cambierà la modalità di eseguire questo segno. In una prima fase artistica il segno era manuale, espressione diretta dell’artista, come se fosse un’ estensione di una sua propaggine. Successivamente, ricorrerà a spruzzi, aerografi e a pompe per l’agricoltura. Questo intervento meccanico, intervento che procede di pari passo con l’avanzamento dell’età, non è da interpretare essenzialmente come un escamotage legato all’invecchiamento sopraggiunto.
L’uso dei marchingegni aggiunge qualcosa all’Arte di Hartung, alla sua poetica.
Infatti, è proprio grazie a queste macchine che Hartung raffina il rapporto tra sfondo e scrittura. Lo sfondo è relegato a margine della sua arte fintanto che non intervengono i macchinari, e non potrebbe che essere così. L’artista nel suo intervento manuale sulla materia pittorica, sulla tela, deve necessariamente esercitare una pressione.
Questa pressione manuale, questa forza impressa dall’artista, rende inevitabile il trattamento dello sfondo separato dalla scrittura. Lo sfondo si trova così ad accogliere i segni, ma non può partecipare attivamente al tema principale dell’opera.
Analogamente con quanto successe con Mondrian nella ultima parte della sua vita, per Hartung le opere dell’ultimo decennio sono caratterizzate da un dialogo fitto e serrato tra scrittura-segno e sfondo. Quello che era separato nella sua prima produzione artistica comincia ad unirsi, a fondersi con l’esperienza. Gli effetti sono dirompenti, portando, ad esempio, lo spettatore a contatto diretto con l’esperienza di Monet delle ninfee.
I polittici in questa mostra sono presentati per la prima volta al pubblico e insieme costituiscono un’occasione unica per percorrere il pensiero maturo di Hartung, la sua elaborazione più profonda a partire dal 1961 fino alla fine.
La modalità di creazione di questi polittici è importante da sottolineare perché gran parte di essi non sono stati fatti contemporaneamente, ma saranno terminati e giustapposti dallo stesso Hartung in fasi successive.
Ogni singola opera è provvista di una doppia vita: può vivere da sola o accompagnata.
Ogni opera può essere vista in maniera autonoma dalle altre, ma se venisse esposta separatamente, racconterebbe solo un pezzo di una storia.
Vi è un altro aspetto che può essere messo in risalto dalle opere presenti in questa mostra.
Hartung nei polittici esegue per la prima volta una trasposizione immediata di un Gesto-Pensiero, senza effettuare una anteprima dell’opera mediante delle progettazioni minuziose.
E’ questa chiave di lettura che deve essere colta nel percorrere i polittici presenti alla mostra, solo così si potranno ‘vedere/vivere’ le corrette narrazioni all’interno delle sequenze delle opere.
Oltre ai dipinti, nella mostra sono esposti i disegni preparatori per le opere di quegli anni su cartoncino usando diverse tecniche ed ogni tipo inimmaginabile di arnese. Nel suo studio, sede della fondazione ‘Foundation Hartung Bergman’ ad Antibes, sono visibili gli arnesi e gli appunti originali utilizzati dallo stesso Hartung.
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Strumenti di lavoro di Hartung e quaderno di appunti nel suo studio. Antibes (Francia)
I disegni preparatori presenti alla mostra sono molto differenti da quelli effettuati dallo stesso Hartung prima del 1961, dove ogni lavoro in grande scala era quasi sempre preceduto da uno studio fedele e meticoloso dello stesso su piccola scala.
- Hartung e i polittici a Perugia
Nell’antichità, sia nell’arte che nell’architettura delle chiese, il rapporto tra un centro (di interesse) ed una periferia (corollario all’idea principale) era fisso e costituito da un asse centrale (una figura centrale in un polittico o una navata in una chiesa) e degli assi secondari di contorno (le pale di minore grandezza per un trittico o le navate laterali in una chiesa). Il significato, di natura strettamente religiosa, doveva servire a stabilire una gerarchia di lettura legata alla raffinatezza del tratto pittorico o architettonico e alla rilevanza dei soggetti rappresentati. Contrapposta a questa lettura mistica, come scritto da Thomas Schlesser nel catalogo della mostra, l’opera di Hartung è ‘non subordinata a ragioni estrinseche (liturgia, devozione, intenti educativi), non contempla elementi di raccordo o cornici né ad alcun ordine gerarchico tra le immagini’.
Ne consegue che la lettura dei polittici nella mostra deve essere decontestualizzata rispetto a quella legata alle pale dal XIII al XVI secolo presenti nella Galleria Nazionale dell’Umbria.
La lettura dei polittici di Hartung deve, invece, essere incardinata nell’ambito della teoria della Gelstat, dove l’artista immagina il messaggio completo partendo da una sua parziale rappresentazione e allo spettatore occorre lo sforzo di capire, re-interpretare e ri-comporre il messaggio originale.
- Breve rassegna dei polittici di Hartung presenti alla mostra
T1961-H8-H9: Questa opera importante, che apre la mostra, riassume tutto il pensiero maturo di Hartung fin qui sviluppato (nel 1961). Si può ammirare la forza dei segni attivi e passivi rispetto ad un contesto continuamente mutuante di chiari-scuri. Lo sfondo è neutro ed esalta il segno.
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T1961-H8-H9: vista polittico e un particolare. (Perugia)
T1962 L21-L22-L23: In questo trittico è presentato un nuovo approccio alla scrittura di Hartung. I segni sono confinati all’interno dello spazio della tela e si vede come Hartung faccia un uso abbondante di scope, spazzole, pettini, rastrelli per stendere il colore. Questa valorizzazione di ‘strumenti poveri’ per creare l’Arte è una caratteristica peculiare della sua poetica.
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T1962 L21-L22-L23: vista polittico e un particolare. (Perugia)
T1964 R14-R15-R16: Questo trittico si discosta notevolmente dai precedenti. La prima impressione riporta al trittico “Evolutie” di Mondrian, con il quadro centrale disposto in verticale più drammatico rispetto ai due laterali e riportante il messaggio più rilevante. Tema comune è la drammaticità dell’ombra e della ‘scrittura-segnica’ sopra e sotto la linea, decisamente nera e frammentata, di un orizzonte immaginario.
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T1964 R14-R15-R16: vista polittico e un particolare. (Perugia)
T1973 E44-E45-E46-E47: I segni sono espressione di simboli calligrafici fantastici. Le linee sono campi di forza che esaltano le campiture di colore sottostante. Si propone un dialogo, intenzionalmente ambiguo, del nero come sfondo dal nero come scrittura.
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T1973 E44-E45-E46-E47: vista polittico e un particolare. (Perugia)
T1974 E29-E28: Il segno, sempre nero, lavora su sfondi differenti e contribuisce ad una lettura unificata di tutta l’opera.
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T1974 E29-E28: vista polittico e un particolare. (Perugia)
T1974 R13-R14: Vi è un dialogo, serrato, da destra a sinistra e da sinistra verso destra. L’ambiguità risiede nell’uso del colore nero che, nello scorrere orizzontale lungo il dittico, si trasforma da scrittura a sfondo.
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T1974 R13-R14: vista polittico e un particolare. (Perugia)
T1974 E49-E50: Questo dittico costituisce l’apice del ‘segno-scrittura’ proposta da Hartung come entità autonoma, avente una dignità auto consistente. Le due opere del dittico sono unificate da un segno ampio di nero interrotto da due sfumature di giallo intenso. Segni taglienti di nero dialogano all’inizio del primo dittico E49 con quello successivo E50.
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T1974 E49-E50: vista polittico e un particolare. (Perugia)
T1980 E34-E35: L’opera costituisce decisamente un nuovo filone di ricerca. Il segno parte da destra e sembra svilupparsi come se rimbalzasse e combattesse per affermare la propria identità. Il marrone accoglie il segno nero, mentre il blu ceruleo lo respinge. Il groviglio di segni in alto a destra, su campitura bluastra, sembra suggerire l’origine di tutta la successiva scrittura segnica.
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T1980 E34-E35: vista polittico e un particolare. (Perugia)
T1983 E14-E15-E16-E17-E18-E19-hexaptyque-Cappella: l’accostamento di ‘T1983-hexaptyque’ con Piero della Francesca potrebbe apparire un azzardo del curatore, ma non è così. Ammirare queste due concezioni dell’Arte totalmente diverse permette di rafforzare il contenuto delle opere dei due artisti. L’eccelso e la raffinatezza dei particolari della ‘figura’ viene messa a confronto con la propria antitesi artistica, fatta di sensazioni cromatiche sfocate. L’uso sapiente dello spray di Hartung produce una sensazione di ‘qualcosa di grande’ visto con gli occhi di un ipovedente.
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T1983 E14-E15-E16-E17-E18-E19-hexaptyque e Piero della Francesca: Polittico di Sant’antonio (1467-1469) Hans Hartung (Perugia)
T1986 E17. Hartung, nella pienezza della propria maturità artistica, propone una nuova poetica. La scrittura avviene tramite una pompa irroratrice usata in agricoltura. Il getto è variegato. Il fondo partecipa totalmente all’opera. Il ‘segno-scrittura’ e lo ‘sfondo’ sono valori intercambiabili e si possono ammirare zone di transizione e zone di prevalenza dell’una o dell’altra componente.
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T1986 E17: vista polittico e un particolare. (Perugia)
T1987 H1-H2/T1987 H3-H4. Questi due polittici, che avvengono dopo un attacco di ictus (come ricorda il Pierini), affermano le grande voglia di arte e la maturità di Hartung. Hartung inizia ad accelerare il processo di interazione dello sfondo con la scrittura. Le gocce spruzzate producono delle colature per gravità che, toccando lo sfondo giallo, blu, nero creano delle striature naturali che riportano alla mente i giardini di casa Monet.
La Natura partecipa attivamente all’opera d’arte, acquisisce piena dignità rispetto al pensiero dello stesso artista.
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T1987 H1-H2: polittico (Perugia) T1987 H3-H4: polittico (Perugia)
Libro. Catalogo.Hans Hartung. Polittici. Magonza. A cura di Marco Pietrini. Perugia, “Hartung: Polittici” a cura di Marco Pierini, Galleria Nazionale dell’Umbria, 24 settembre 2017-7 gennaio 2018. ISNB 978-88-98756-61-2. (2017)
Mostra.“Hartung: Polittici” a cura di Marco Pierini, Galleria Nazionale dell’Umbria, Perugia,24 settembre 2017-7 gennaio 2018.
Sito.Perugia. Galleria Nazionale dell’Umbria.http://www.artiumbria.beniculturali.it